Mangiare pompelmo con la pressiona alta: ecco cosa può accadere

L’ipertensione è comunemente riconosciuta come una condizione da non sottovalutare, poiché può aggravarsi e causare problemi seri legati alla funzionalità cardiaca e del sistema circolatorio. Il pompelmo è considerato uno dei frutti più salutari tra quelli disponibili.

Come ogni frutto, tuttavia, non dovrebbe essere consumato senza precauzioni, soprattutto in presenza di patologie preesistenti o valori alterati di organi vitali come il cuore. Non è sempre sufficiente valutare la presenza di elementi, anche benefici, all’interno di un alimento, anche se si tratta di frutta.

Il pompelmo è definito “salutare” e possiede diverse proprietà benefiche per la salute del cuore e la circolazione. Ma è sempre un frutto consigliabile, oppure presenta controindicazioni per chi soffre di ipertensione, ovvero la comune e diffusa pressione alta? Analizziamo la questione in modo semplice.

Da dove proviene il pompelmo?

Come altri agrumi, il pompelmo è un albero che produce frutti con lo stesso nome, appartenenti alla famiglia delle Rutacee. Come tutti gli agrumi più comuni, anche il pompelmo è il risultato di una serie di piante ibride, ottenute tramite selezioni. Tra gli agrumi, il pompelmo è spesso considerato quello “più salutare”.

Ha un sapore aspro, un apporto di grassi praticamente irrilevante e contiene numerosi sali minerali utili per l’organismo, indipendentemente dallo stato di salute. Come altri agrumi (è il risultato di una selezione continua tra l’arancio e il pomelo) contiene anche diverse vitamine.

La più presente è la vitamina C, in ottime quantità: questa vitamina ha riconosciute proprietà antiossidanti e supporta il sistema immunitario, favorisce la ripartizione degli elementi e stimola il metabolismo.

Effetti positivi

È un frutto con ottime proprietà, a partire da un apporto moderatamente elevato di fibre, per questo rientra tra i frutti che, in modo non del tutto corretto, sono considerati “dimagranti”. Le fibre sono presenti in quantità non eccessive ma ben distribuite tra solubili e insolubili.

Le fibre solubili perdono consistenza e vengono assimilate dall’organismo, contribuendo a ridurre la pressione e stimolare la digestione. Le fibre insolubili, invece, non vengono digerite e sono espulse dal corpo, favorendo una regolare evacuazione.

Contribuisce a contrastare l’ossidazione del colesterolo, per questo è spesso incluso tra i frutti che aiutano a contrastare la versione “negativa” di questo lipide. È quindi un alimento naturale utile anche per l’attività sportiva, essendo ricco di acqua (oltre il 90%) e di elementi che favoriscono la circolazione.

Va bene per chi soffre di pressione alta?

Il discorso è diverso per chi soffre di pressione alta: l’ipertensione arteriosa è una condizione che, entro certi limiti, può non manifestare sintomi evidenti, ma anche questi vanno considerati. In generale, il pompelmo è, per le sue caratteristiche, un elemento positivo da integrare nella dieta.

Tuttavia, la polpa e il succo contengono elementi che possono interferire con alcuni principi attivi di farmaci come le statine. Queste, insieme ad altre varianti, sono contenute in farmaci per il controllo del colesterolo, per favorire la coagulazione del sangue o per gestire i ritmi della pressione.

In questi casi, è consigliabile ridurre o eliminare il consumo di pompelmo come frutto o bevanda, poiché possono manifestarsi controindicazioni anche gravi. In caso di dubbi, è consigliabile consultare il proprio medico di fiducia o farsi consigliare da un nutrizionista affidabile.

Frutta per la pressione alta

La frutta è generalmente consigliabile per la dieta quotidiana, ma è importante scegliere una buona diversificazione e variare tra le sottocategorie. Molte varietà sono utili perché l’organismo è in grado di metabolizzare e gestire adeguatamente i nutrienti come i sali minerali e le vitamine.

Alcune varietà come i frutti di bosco, gli agrumi come le arance, il kiwi e le banane, particolarmente ricche di potassio, hanno un apporto ancora migliore per l’organismo. È opportuno integrare anche le mele, meglio se consumate con la buccia per beneficiare al meglio delle fibre.

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